Abbiamo già parlato in passato di Monica Robustelli, national mua di Revlon e Creative Director della The Make Up Artist School, una delle Accademie più conosciute e apprezzate di Napoli, nata nel 2012 ma già con tantissime collaborazioni all’attivo.
Oggi abbiamo deciso di intervistare Monica Robustelli riguardo la sua professione, il suo essere una make up artist nomade.
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Sei stata definita truccatrice nomade, e tutto sommato molti truccatori lo sono. Ti va di spiegarci il significato e le origini di questo appellativo?
L’appellativo nasce dallo stile di vita che conduco, perché la professione del MUA è anche itinerante. Con questo intendo il viaggiare spesso per raggiungere i set e cambiare di continuo alberghi e città, senza orari certi; sveglia sempre all’alba. Ma ti garantisco che è una vita intensa e ricca di sorprese.
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Quali sono gli strumenti per te indispensabili durante il lavoro?
E come ti regoli durante le continue trasferte?
Ho selezionato attentamente gli strumenti di lavoro, per ridurre anche il peso del mio bagaglio a mano. Gli strumenti selezionati devono essere performanti ed hi tech, resistere allo stress di caldo, umido, freddo eccetera.
Per quanto riguarda i cosmetici, solo quelli primari, bianco, nero e le texture devono essere il più possibile versatili. La gestione e l’organizzazione dei materiali è fondamentale, perché molto spesso i set diventano più esigenti di quanto previsto. -
Tu hai una figlia bellissima, ormai alle soglie dell’adolescenza.
Come coniughi la vita familiare e quella lavorativa? Quali sono i sacrifici che più ti sono rimasti impressi?
A volte, per seguire i nostri sogni, quelli che ci rendono felici, ci allontaniamo dai nostri affetti; ma è proprio quando si è lontani che si possono apprezzare di più le piccole cose, scoprire te stesso e capire quanto sei autonomo.
Preferisco parlare di compromessi: avere un buon equilibrio con me stessa e con gli altri. E quando sento la nostalgia dei miei cari la tecnologia mi aiuta (senza dimenticare, ovviamente, la classica cartolina, che mando spesso).
Ti racconto un piccolo aneddoto: ero fuori per lavoro e Carolina (la figlia n.d.r.) era stata invitata ad una festa a tema. Senza nessun dramma, grazie al collegamento skype, Carolina ha realizzato uno splendido make up seguendo le mie istruzioni. -
Il make up è un’arte, tu provieni da studi artistici oltretutto, e la riversi in ogni tuo piccolo gesto: dal cibo, all’arredamento, al vestiario. Credi di aver influenzato la tua famiglia e gli amici più cari in qualche modo?
L’arte è per me un mezzo per comunicare. Adoro le arti visive: il make-up come la moda, il design, la fotografia, la pittura ecc; ho scoperto di poter dire delle cose tramite i colori che non so dire in nessun altro modo. E’ un modo di vedere le cose contagioso. I miei amici ad esempio, hanno iniziato a creare ricette seguendo la mia teoria: se sta bene per colore, sta bene sapore!
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Che consiglio ti sentiresti di dare a tutte quelle make up artist che si accingono a metter su famiglia? Come possono riuscire a conciliare le due attività?
Il mio ideale di famiglia è quello che mi permette di avere i miei spazi e di vivere i miei ruoli di madre, moglie e mua in maniera equilibrata. Il mio consiglio quindi è di credere sempre in se stesse e di non rinunciare mai a nessuno dei propri sogni. E di cercare sempre il bello in ogni cosa. #solocosebelle
Grazie Monica per questi preziosi consigli e in bocca al lupo per le tue attività!
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