Il Make Up del sol levante ha molte affinità con quello presente in Cina.
Molti punti sono in comune tra il trucco in Giappone e quello cinese, mentre differiscono alcuni materiali utilizzati per la produzione di cosmetici.
Anche in Giappone le donne erano (e sono) solite sbiancarsi la pelle del viso, utilizzando la cipria bianca. La perfezione dei tratti è una caratteristica comune a molti popoli orientali, già dall’antichità, e rimane ancora oggi una tradizione seguita.
In particolare, in Giappone hanno uno stile tutto loro le Geishe, delle particolari figure femminili con il compito di intrattenere in maniera artistica i propri “clienti”. Non parliamo di prostitute, come spesso vengono additate, ma di donne dalla grande cultura, che amano danzare, parlare, recitare e cantare e lo fanno intrattenendo gli ospiti di sesso maschile.
Il trucco delle geishe è tradizionalmente orientale: viso pallido, bocca rossa e ben delineata, sopracciglia scure e sottili. Non vi ricorda il trucco delle donne cinesi?
La differenza, come già detto, si trova nei materiali: il rosso che si usava per la bocca è un prodotto che nasce dai petali di cartamo, una pianta annuale orientale. A volte, anche lo zafferano veniva utilizzato per produrre il colore rosso.
Per le sopracciglia, i prodotti naturali erano l’ideale e spesso venivano utilizzati estratti di piante e fiori per creare dei pigmenti adatti al contorno occhi e alle sopracciglia stesse.
Gli occhi sono una parte fondamentale del trucco, in quanto è il punto di forza dei popoli orientali: è una caratteristica genetica che in passato veniva risaltata fino all’estremo, allungando di molto la coda dell’occhio grazie al colore nero.
Oggi, come in Cina, la moda occidentale ha “inquinato” quelle che sono le tradizioni popolari, ma resta un forte attaccamento alle Geishe, che lavorano ancora in tutto il Giappone.
Lascia un commento